sabato 29 giugno 2013

ma in che c***o di paese viviamo? Il libro sulla Biasi e le Superga firmate Ferragni.

Avere un blog è fantastico. Di qualunque cosa parli. L'importante è che generi soddisfazione e bene in chi lo fa. Io, per esempio, amo scrivere tutto quello che mi passa nel cervello. Altri amano scrivere di beauty in questo periodo da delirio Clio Make-Up, altri ancora di cucina, in questo fomento Masterchef e altri ancora.. di fashion in questo tremendo momento Ferragni-Biasi e co. Come già ho ribadito spesso, non trovo nulla di male in quello che fanno, si chiama business e lo farebbe chiunque si trovasse nelle condizioni di "popolarità" nella quale con il tempo si sono trovate loro. Ma oggi ho visto una cosa da rigurgito. Già le Superga firmate TheBlondeSalad mi sembravano eccessive ma accettabili in quanto la Ferragni è usata come testimonial perchè personaggio "popolare", già però la Lancia Ypsilon By Chiara Biasi mi sembrava davvero una cosa tremenda anche perchè conoscevo edizioni limitate ispirate a miti del passato, a macchine d'epoca ma non di certo alla Biasi che, per quanto rispettabilissima come ragazza e come Fashion Blogger, nulla ha a che vedere con il mondo delle macchine da quanto ne so io. Ma oggi proprio ho letto una notizia bomba. E' uscito un libro. Fino a qui nulla di strano, anzi, vi starete chiedendo cosa possa entrarci la parola "libro" con tutte quelle sopra citate. Il problema è che il libro si chiama "Come diventare una fashion blogger di successo sulle orme di Chiara Biasi”, scritto dalla redazione di Social Channel ( che se non sbaglio fa capo all'eccelso Fabrizio Corona). 
Qui riporto tutto ciò che ho trovato in rete circa questa perla della narrazione del ventesimo secolo:
"Il libro-guida svela tutti segreti che hanno reso Chiara Biasi la fashion blogger più richiesta del momento. Si propone come un aiuto a tutte le ragazze che vogliono diventare come Chiara, seguendo i suoi passi e creando il loro blog di moda. <<Chiara Biasi ha rilasciato la sua prima intervista al nostro sito, - dichiara uno dei giornalisti - era ancora agli inizi e la abbiamo aiutata a far scoppiare la scintilla. Dopo il nostro articolo in migliaia ci hanno richiesto come contattarla e la sua popolarità è salita alle stelle>>. L’ebook, da oggi disponibile, è composto tra tre capitoli: Chi è un blogger?, Chi è Chiara Biasi e I consigli vincenti, sono 32 le pagine in cui sono riportati tutti i segreti, gli accorgimenti, le idee e i business che si celano dietro al lavoro della fashion blogger e il perché in tante ci provano, ma poche ci riescono. Leggero, chiarificatore, una guida per tutte le amanti della moda che vogliono trasformare la loro passione in un vero e proprio lavoro"
Alla modica cifra di..10 euro per 32 pagine! WTF!



Il punto è che trovo assurdo nel 2013 che ci siano persone che hanno come idolo o come punto di riferimento chiunque faccia soldi in questo modo. La Biasi o la Ferragni non vengono "usate" per il loro talento ma solo per la loro faccia e la loro popolarità. Se fossero state talentuose avrebbero fatto tutt'altro nel campo della moda. Trovo ancora più raccapricciante che se c'è qualcuno che decide di scrivere una roba simile è perchè ha la certezza che ci sarà qualcun' altro che lo leggerà e quindi questo è l'ennesimo motivo per dire che il nostro paese, sotto certi punti di vista, è un paese di merda dove si urla alla meritocrazia e si legge un libro sulla Biasi. Non è qualunquismo e populismo da Quinta Colonna il mio, è solo ed esclusivamente il mio personalissimo pensiero.

9 commenti:

  1. mi trovi pienamente d'accordo con il tuo personalissimo pensiero

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  2. ma come ho fatto a vivere fino ad ora senza conoscere Chiara Biasi??? il tuo post mi ha gettata nello sconforto :'(
    ;)

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  3. Minchia non la conoscevo manco io. Morirò?! :)

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  4. no beh son d'accordo con te, per carità.
    chiunque siano sta biasi e sta ferragni.

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  5. Tutto stra condivisibile, a parte quella sugli italiani (quando è qualunquismo, o generalismo, bisogna chiamarlo con il suo nome.. che sia poi un atteggiamento così negativo sarebbe tutto da vedere..). Forse l'unico punto che fa acqua è questo:
    "se c'è qualcuno che decide di scrivere una roba simile è perchè ha la certezza che ci sarà qualcun' altro che lo leggerà".
    Ed è lì il nocciolo della questione, che svela anche perchè il tuo non è qualunquismo.
    Sarebbe stato qualunquismo se la tua tesi fosse stata corretta, ma non credo sia necessariamente vero che la "Corona SPA" sappia realmente qualcosa di marketing; semplicemente ci prova e ci ha provato sempre, a volte è andata bene e a volte male.. tanto per scrivere 32 pagine quanto ci sarà voluto?? Un pomeriggio?? Forse due considerando la rilettura. ;)
    Quindi la tua tesi è errata e tu non sei una qualunquista, perchè di italiani che compreranno quel coso (no, non riesco a chiamarlo libro.. perchè allora anche questo commento, probabilmente lungo 32 pagine, senza illustrazioni, potrebbe essere considerato tale) ce ne saranno un migliaio.. diciamo che è una percentuale che non fa testo, che non rappresenta nulla, sicuramente non rappresenta "gli italiani" (con utile salvacondotto di tutti i pecoroni che ci sono in mezzo ovviamente). Ma tanto tra una cosa e l'altra con 32 pagine e un pomeriggio di lavoro tra Corona e Biasi avranno tirato su 10000 eurini senza nessuna spesa. Secondo me vale la pena provarci. Discutibile, ma capisco le rispettive motivazioni. ;)
    Ah, che sia chiaro, hai fatto decisamente bene a criticare il tutto, è una mossa che non si può guardare e un autogoal di marketing non da poco, ma tutto si dimentica purtroppo, basta far passare qualche mese e far passare quei 10000 utenti che avranno letto la notizia.
    Ma poi scusa, lo hai detto anche tu: "Se fossero state talentuose avrebbero fatto tutt'altro nel campo della moda", ergo la nuvola mediatica intorno a loro potrebbe diradarsi da un momento all'altro, "meglio" battere il ferro finchè è caldo..

    P.S.:
    Ciao, piacere, belli i tuoi articoli!! ;)

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  6. Articolo ancora interessante, nonostante sia passato un po' di tempo .

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